C'è chi crede nelle fate e chi no,
ma a Natale tutti amano ascoltare racconti e storie
sugli gnomi, questi piccoli ometti saggi e ingegnosi
con la barba lunga e un cappello a punta.
Era da molto che volevo farne,
....mi è bastato incominciare
e non finivo più!!!!!
Dovete sapere che ogni paese ha una storia
sugli gnomi da raccontare,
ad esempio secondo la tradizione Irlandese,
i "Leprechaun", così vengono chiamati,
che significa "piccolo spirito",
sono spesso associati a luoghi dove sono presenti
i cosiddetti "anelli magici",
essi sono considerati parte del "popolo delle fate".
La leggenda narra che camminano nei boschi,
portando con sé una bisaccia magica:
essa contiene uno scellino,
ogni volta che questo viene speso,
magicamente se ne ritrova un' altro
nella stessa borsa a tracolla.
Uno gnomo in giardino
Leggenda olandese
Nell'Olanda del Nord viveva un modesto mugnaio che lavorava da mattina a sera per soddisfare i bisogni della sua famiglia.
Una volta, mentre era intento al lavoro, udì una vocina che chiedeva disperatamente aiuto. Il mugnaio si precipitò nella direzione da cui proveniva l'invocazione e, con grande stupore, vide un esserino simile a una bambola che stava per essere schiacciato dalla macina del mulino. Senza pensare ai danni che avrebbe potuto subire, immediatamente l'uomo allungò un braccio traendo in salvo la piccolissima creatura.
Appena l'ebbe tra le mani, si accorse che si trattava di una gnoma. La minuscola donna lo guardò ancora tremante; il mugnaio l'accarezzò con la sua mano callosa delicatamente, quasi per paura di farle del male.
La gnoma si tranquillizzò, gli sorrise e poi fuggì via, lasciando l'uomo col dubbio di aver sognato ogni cosa.
Trascorsero solo pochi minuti quando ecco riapparire la gnoma, seguita da tanti ometti simili a lei. Il più anziano disse al mugnaio:
- Hai salvato la vita a mia moglie perciò noi ti saremo grati per tutta la vita. Se ci permetterai di abitare nel tuo mulino non avrai mai a pentirtene.
L'uomo, ancora sbalordito, riuscì solo a balbettare: - Ma... sì, certamente. Restate finché volete...
Da quel giorno la famiglia degli gnomi stabilì la sua dimora in mezzo alle scure, tiepide travi del mulino a vento.
Gli ometti stavano attenti che non scoppiassero incendi e avvertivano il loro amico del sopraggiungere di temporali o di bufere di neve; il mugnaio poteva legare così le pale del mulino ed evitare danni.
Se qualcuno dei familiari del mugnaio si ammalava, lo gnomo portava erbe medicinali capaci di curare ogni malattia. A volte bastava che appoggiasse la sua piccola mano rugosa sulla fronte dell'ammalato perché questo guarisse immediatamente.
Insomma andava tutto bene al mulino e anche a livello economico il mugnaio non aveva più alcun problema.
Il suo benessere e la sua tranquillità suscitarono l'invidia di alcuni vicini, i quali misero in giro la voce che l'uomo si dedicava alla magia nera. C'era gente che non prestava orecchio a questi pettegolezzi, ma le chiacchiere comunque continuavano alienando molte simpatie al mugnaio e ai suoi familiari.
Nella casa di uno dei vicini più gelosi e maldicenti abitava Lisa, una bambina di undici anni, con le trecce bionde come il grano. Era una ragazzina dolce e paziente; conosceva tutto sugli animali e sulle piante e riusciva a modellare l'argilla con rara abilità. Il suo animo gentile e la sua disponibilità verso gli altri rendevano difficile credere che fosse figlia di genitori così gretti e di mentalità tanto ottusa, ma purtroppo a volte capita.
La graziosa ragazza aveva sentito tutte le storie che circolavano nel suo villaggio sul mugnaio e sulla sua fortuna. Aveva subito capito che il benessere di quell'uomo e della sua famiglia era opera degli gnomi e non della magia nera, come gli altri volevano far credere.
Più di ogni cosa al mondo Lisa avrebbe desiderato avere uno gnomo tutto per sé; ma questo non era possibile perché, a causa dei suoi insopportabili genitori, i magici omini non si sarebbero mai fermati in casa sua.
Un giorno la ragazza modellò con l'argilla uno gnomo a grandezza naturale e lo portò a cuocere nel forno del vasaio, che fu felice di poterle fare un favore.
Quando l’ebbe riavuto, Lisa dipinse il cappello dello gnomo di blu, la blusa di rosso e i calzoni di verde come gli stivali. Intagliò anche nel legno una piccola carriola e la sistemò con la statuetta nel giardino di casa. I suoi genitori risero di tutto questo, ma non osarono togliere la statua. Gli gnomi del mulino corsero subito nel giardino di Lisa a vederla, appena lo vennero a sapere. Si commossero molto e, per dimostrare alla ragazza la loro simpatia e gratitudine, ogni mese da quella volta le portarono un regalo.
Col passare degli anni la dolcezza e la forza di carattere della giovinetta ebbero un'influenza così benefica che i suoi genitori diventarono più aperti e generosi. Come risultato e con una certa fortuna, divennero anche più ricchi.
Ma come sempre ci furono quelli che interpretarono tutto questo a modo loro e cominciarono a dire in giro: - Chi ha una statua di gnomo nel giardino diventa ricco.
Tutte sciocchezze, lo capirete bene. Ma idee del genere trovano terreno fertile tra la gente.
E perciò da allora è nata la tradizione in alcune famiglie di mettere in giardino la statua di uno gnomo, con o senza carriola, in attesa della buona fortuna!
Un abbraccio a tutti,
Gabry.